Interessantissima conviviale di martedì 26 gennaio: VACCINO ANTI-COVID: UN ATTO DI AMORE?

martedi’ 26 gennaio 2021,
VACCINO ANTI-COVID: UN ATTO DI AMORE? UNA CHIACCHIERATA CON VOI.
relatori i Soci:
DOTT. NINO CARTABELLOTTA, DOTT. DAVIDE GORI, PROF.SSA MARIA CARLA RE
presiede: il Presidente Dott. Paolo Ghiacci

DOTT. NINO CARTABELLOTTA – FONDAZIONE GIMBE –
Il Dott. Cartabellotta, nel precisare che la Fondazione GIMBE segue con un monitoraggio indipendente l’andamento dei contagi Covid, mostra i dati attuali e storici (al 26 gennaio 2021 i contagi sono su 2.485.956 persone in Italia) e fa notare il rapporto tra i cambiamenti di colore delle Regioni e l’aumento dei malati.
Riferisce che il picco di questa seconda fase si è avuto nel novembre 2020, con curve ad aumento esponenziale, condizione che ha portato alla decisione di suddividere le Regioni nei vari e noti colori per limitare gli assembramenti.
I grafici mostrati evidenziano come vi sia una diretta corrispondenza tra l’aumento dei positivi, dei letti occupati in ospedale e quelli in terapia intensiva con i passaggi da un colore all’altro delle Regioni.
Dal punto di vista epidemiologico si nota come solo il colore rosso risulti fondamentale per ridurre i contagi. (Vedi slides in allegato al notiziario).
Al momento i posti letto occupati dai malati Covid sono il 40% del totale in Emilia – Romagna, il 54% in Friuli e il 13% in Toscana.

Rispondendo alle numerosissime domande il relatore esamina i seguenti argomenti:
1
Relativamente ai decessi conferma come tutti quelli che riguardanti una persona risultata positiva al Covid vengono inseriti come ‘deceduti per Covid’ e non c’è una statistica che differenzi i casi con o senza patologie pregresse. Inoltre non vengono forniti i dati dei luoghi nei quali avvengano i decessi: se in terapia intensiva, se in corsia, o se in casa.
2
Per quanto riguarda i vaccini, Cartabellotta conferma come i contratti europei riguardino periodi trimestrali e non settimanali e come siano stati impostati sul numero di dosi e non sul numero dei
flaconi. Perciò sono sorte le recenti problematiche e polemiche con la ditta Pfizer. Inoltre comunica che il vaccino Astrazenica non sarà possibile per gli ultracinquantacinquenni, in quanto non testato per quella età.
3
“L’eventuale blocco della somministrazione del vaccino agli ultrasettantenni non è stato più sostenuto in quanto non costituzionale e problematico per le assistenze domiciliari.”
4
“Il problema etico dei paesi poveri che non possono pagare i vaccini andrà affrontato in quanto l’eventuale velocità di trasmissione del virus in questi paesi potrebbe causare varianti pericolose anche per il resto del mondo.”
5
“Per la prenotazione del vaccino da parte degli ultraottantenni esiste la difficoltà dovuta alla metodologia dello SPID che è difficoltosa da utilizzare per loro.”

DOTT. DAVIDE GORI
“I vaccini autorizzati in Europa sono sottoposti a rigidi controlli. Si è utilizzato un processo più veloce del solito, col controllo di EMA, ma il percorso è stato verificato e controllato passo per passo. La somministrazione va fatta, quindi, rispettando in tutto e per tutto il trial di approvazione.
Oggi abbiamo 68 potenziali vaccini in corso di sperimentazione. Pfizer e Moderna sono sostanzialmente uguali e la differenza è data dalla composizione lipidica (che porta a diverse modalità di
conservazione). Astrazenica e J&J usano invece un vettore virale con virus inattivato.”
Le domande riguardano vari aspetti:
1
Sulla scelta di chi sia più opportuno vaccinare prioritariamente, il relatore afferma che ciò dipenderà dalle decisioni politiche.
2
“Agire sulle fasce più giovani o più anziane? Occorre capire se il vaccino riduce e di quanto la trasmissione del virus e la durata della copertura. Ma si tratta di valutazioni che solo il tempo e le
verifiche permetteranno di conoscere appieno.”
3
“Sarà importante seguire l’esperienza israeliana, sulla loro grande quantità di vaccinazioni effettuate.

PROF.SSA MARIA CARLA RE
Maria Carla Re trae spunto dalle numerosissime domande per rispondere sugli argomenti generali.
1
“Le cure domiciliari hanno avuto un buon effetto e molti farmaci si stanno sperimentando, ma non ci sono ancora quelli specifici. C’è una luce di speranza per le terapie con anticorpi monoclonali, ma occorreranno ancora almeno dai 3 ai 6 mesi.”
2
“Si stanno facendo molti studi per valutare i fattori genetici che portano alcuni ad ammalarsi gravemente, anche se giovani, e altri, pur anziani, a superare il Covid senza problemi.”
3
“Il vero impatto delle “varianti” lo si vedrà solo con una sorveglianza efficace. Per ora non sembra evidente, ma i virus sono per natura mutevoli.”
4
“I test rapidi oggi sono molto più precisi di poco tempo fa, e sono utili per controlli veloci soprattutto per gli operatori sanitari.”
5
“Sulla possibilità di reinfettarsi occorre dire che vi sono state pochissime segnalazioni, ma tutto dipende dalla gravità della prima infezione, dalla durata, dalla fragilità della persona ecc … Per ora non vi sono statistiche affidabili.”
Il senso finale delle relazioni ci informa, comunque, che dovremo convivere con questo virus almeno fino all’anno prossimo, che occorre un monitoraggio attento e una copertura vaccinale massiccia e che probabilmente occorrerà un richiamo come per tante altre vaccinazioni.