LA TRANSIZIONE ECOLOGICA E LA NUOVA IMPRENDITORIA: INNOVAZIONE, SFIDE E VISIONI DAL DISTRETTO 2072

Lugo (RA), 10 maggio 2025 – In un momento storico in cui ambiente e sviluppo economico sembrano procedere su binari paralleli, il Rotary Distretto 2072 ha scelto di accendere i riflettori su una delle sfide più complesse – e stimolanti – del nostro tempo: la transizione ecologica. Lo ha fatto con una conferenza dal titolo “La Transizione Ecologica e Nuova Imprenditoria: Sfide ed Opportunità”, ospitata negli spazi tecnologici di UNITEC, e arricchita dalla presenza di relatori di alto profilo provenienti dal mondo accademico, industriale e dell’innovazione.

Al centro del dibattito, un messaggio chiaro: la transizione ecologica non è solo una necessità ambientale, ma un’occasione di rinascita economica e sociale. Questo è emerso dalle parole di tutti gli ospiti intervenuti, ciascuno con una prospettiva specifica ma convergente: il cambiamento passa per la conoscenza, per il coraggio imprenditoriale e per l’adozione di modelli circolari.

Tra i momenti più attesi, l’intervento di Patrizio Bianchi, ex Ministro dell’Istruzione, economista e titolare della Cattedra UNESCO in “Educazione, Crescita ed Eguaglianza”, ha catturato l’attenzione del pubblico con una narrazione potente: dalla caduta del Muro di Berlino alla crisi del 2008, dalla pandemia da Covid-19 al boom economico cinese, fino alla crescente disuguaglianza globale e ai cambiamenti climatici ormai irreversibili. Oggi, ha ricordato Bianchi, la Cina non solo produce automobili su larga scala, ma è il Paese che detiene il maggior numero di brevetti al mondo. Un dato che interroga profondamente l’Europa, chiamata a rispondere con coesione, strategia e investimenti condivisi nella ricerca e nell’innovazione. Per affrontare un futuro segnato da profonde trasformazioni demografiche, economiche e climatiche, ha affermato senza mezzi termini, “non si torna indietro”. Solo un’Europa unita può ancora giocare un ruolo da protagonista.

Sul fronte dei trasporti, l’intervento di Carlo Cavicchi, voce storica dell’automotive e oggi direttore della comunicazione di Isotta Fraschini Milano, ha contribuito a smontare i facili entusiasmi sull’elettrico come unica via di salvezza. Con realismo e competenza, Cavicchi ha evidenziato i limiti dell’adozione su larga scala delle auto elettriche, i punti critici delle infrastrutture e il ruolo che carburanti alternativi come l’idrogeno possono giocare in un futuro sostenibile. Nessuna soluzione miracolosa, ma un mix intelligente e calibrato di tecnologie in grado di rispondere a esigenze diverse in contesti diversi.

Dal mondo dell’industria innovativa è arrivata poi una testimonianza che ha saputo coniugare emergenza ambientale e visione imprenditoriale. Carlotta Santolini, biologa marina appena trentenne, ha raccontato come una minaccia come il granchio blu – specie aliena che sta devastando l’ecosistema dell’Adriatico – possa diventare una risorsa. La sua start-up Blueat ha costruito una filiera che raccoglie, trasforma e commercializza il granchio blu con prodotti destinati all’export, generando un fatturato in forte crescita e offrendo al tempo stesso una soluzione concreta a un problema ecologico. È la dimostrazione pratica che la transizione ecologica può diventare anche un volano economico.

Nella stessa direzione si muove Packtin, la startup fondata dal biologo Riccardo De Leo, che sta rivoluzionando il concetto di rifiuto in ambito agroindustriale. Attraverso tecnologie che estraggono biopolimeri da scarti come bucce di pomodori, arance e mele, Packtin produce pellicole

biodegradabili, rivestimenti commestibili e ingredienti per l’industria alimentare. Una filiera che chiude il cerchio e rende l’economia davvero circolare.

Non a caso, proprio l’economia circolare è stato il filo rosso dell’intera giornata: un nuovo paradigma produttivo capace di rigenerare valore dove prima si vedevano solo scarti. Ma perché tutto questo sia possibile, è essenziale investire in un altro capitale fondamentale: quello umano. I relatori hanno ribadito l’urgenza di formare cittadini e professionisti preparati ad affrontare le sfide ambientali, partendo dalle scuole, passando per le università, fino alla formazione tecnica e professionale. Non è un accessorio, è la chiave del cambiamento.

In questo spirito, il Progetto Virgilio e il Premio Start-Up – due iniziative presentate durante la conferenza – hanno voluto offrire strumenti concreti a chi oggi ha idee, energia e voglia di mettersi in gioco. Il messaggio che emerge dall’intera giornata è chiaro: la transizione ecologica non è solo un imperativo ambientale, è una straordinaria occasione per ripensare i modelli economici, generare nuova impresa, creare lavoro e ricucire le fratture sociali. Ma perché diventi realtà, servono coraggio, alleanze e visione. E, come ha ricordato Patrizio Bianchi, consapevolezza che non c’è più tempo da perdere. (Silvia Stefanelli)